Oggi vi riportiamo un interessante articolo scritto dalla Dott.ssa Maura Manca, psicologa, psicoterapeuta, docente universitaria, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, Direttrice di AdoleScienza Magazine Online e blogger.
Fonte: L’espresso
Apro la porta del mio studio e mi trovo davanti un’adolescente di 15 anni, timida e carina. La faccio accomodare e mi racconta che è un po’ di tempo che ha problemi con alcune compagne di classe perché è ancora vergine, non ha mai fatto sesso orale, non si ubriaca ed è pure brava a scuola. Le dicono che è una sfigata e la prendono in giro per questo. Alcune “che lei chiama amiche” le hanno pure organizzato incontri a sorpresa con dei ragazzi, per perdere la verginità e non essere diversa, per essere meno sfigata.
Sfigato è una parola che viene utilizzata molto spesso dagli adolescenti, soprattutto con una accezione negativa e offensiva. Ho chiesto ad un gruppo di ragazzi di 14-15 anni di darmi una definizione: “la parola sfigato significa letteralmente sfortunato ma tutti la usiamo per indicare una persona senza amici o una persona stupida e in classe ne abbiamo tanti esempi….”; “la persona sfigata è quella che viene giudicata dalle altre persone”; “è una persona sola e che non viene apprezzata”; “sfigato vuole dire che non è una persona perfetta. Non ha e non può avere ciò che vuole dalla vita. Non ha nessuna attenzione dalle altre persone e compagni. Non ha amici, non va a divertirsi in discoteca, ma pensa sempre a studiare. È un mammone, cioè si fa fare tutto dalla madre, come fare lo zaino, non ha soprattutto i vestiti firmati e non ha nessuna attenzione”. “Non ha amici esce poco non ha una vita sociale non viene apprezzato dai coetanei”.
Lo sfigato è diventato una sorta di status sociale e purtroppo sta assumendo sempre più l’accezione di perdente e di fallito. Tendenzialmente si riferisce ad una persona non accettata e non integrata in un determinato gruppo. I ragazzi non si rendono conto dei danni che causano a livello emotivo, a livello dell’autostima e della sicurezza personale in questi ragazzi che sono semplicemente più introversi e talvolta più sensibili. Non c’è una cultura basata sulle differenze individuali, ma sull’omologazione con i canoni e con i modelli della massa. Non è giustificabile che si possa massacrare psicologicamente una ragazza solo perché vuole fare sesso quando se la sente e con la persona per cui prova dei sentimenti.
Mi è capitato di seguire un caso di un altro adolescente etichettato come sfigato semplicemente perché più timido e studioso, meno bulletto, che un giorno decise di dichiararsi ad una coetanea con un mazzo di fiori ed una dichiarazione d’amore. Subito dopo ha trovato foto e video con i commenti più spregevoli postati sui social network che lo prendevano in giro perché al giorno d’oggi, chiedere ad una ragazza di fidanzarsi con i fiori, è da sfigato. Fondamentalmente, basta uscire dai canoni riconosciuti dai tanti, che si è automaticamente catalogati come tali.
Manca un’educazione basata sul rispetto dell’altro, mancano i valori, ormai i sentimenti sono quasi annientati, sostituiti dalle emozioni e dalle passioni momentanee, dettate magari da stati psicofisici alterati. Molti adolescenti non sanno più cosa sia il rispetto di se stessi, o forse non l’hanno mai saputo, ma questa non è colpa loro, è colpa della famiglia, della scuola, della società che ormai è completamente disgregata e basata su un qualunquismo e pressapochismo a dir poco imbarazzante.