Mai più BULLISMO: il primo social coach televisivo contro il bullismo

Il bullismo e il cyberbullismo stanno diventando una piaga sociale con ripercussioni piuttosto rilevanti da un punto di vista individuale, relazionale, familiare e scolastico. Sono comportamenti purtroppo estremamente diffusi nelle scuole italiane, fin dalla tenera età. L’elevata numerosità dei ragazzi presi di mira fa veramente riflettere, anche perché si tratta di episodi subiti in maniera ripetuta, dentro e fuori la classe, che lasciano dei segni profondi da un punto di vista psicologico. Il problema vero è che le vittime di bullismo e di cyberbullismo tendenzialmente non raccontano a nessuno ciò che vivono e che gli viene fatto dai coetanei.
Per questa ragione il fenomeno spesso è sottovalutato, rischiando di arrivare ad accorgersi del problema quando ormai è diventato piuttosto grave ed evidente.

L’importanza e l’esigenza di un programma televisivo nella lotta contro il bullismo

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) è sempre in prima linea per contrastare il fenomeno del bullismo, puntando soprattutto sulla prevenzione. La prevenzione efficace deve partire dall’informazione, dal far conoscere il problema in tutte le sue sfaccettature per arrivare prima che il comportamento si cronicizzi e si manifesti con episodi particolarmente gravi.

Per questa ragione nel “Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola 2016/2017 – Le scuole unite contro il bullismo”, presentato il 17 ottobre 2016 dal Ministro Stefania Giannini, viene inserito, all’interno delle varie attività ed iniziative individuate per contrastare il bullismo, anche il programma televisivo dal titolo MAI PIÙ BULLISMO, il primo social coach nato con la finalità di contrastare il bullismo.

È estremamente complesso parlare di adolescenti in televisione, soprattutto quando si toccano tematiche così delicate come quella del bullismo. Rai 2 c’è riuscita, mandando in onda un programma innovativo on the road, un format in cui non c’è uno studio, non ci sono esperti che si confrontano, c’è spazio solo per i giovanissimi protagonisti, coloro che vivono il bullismo nella loro quotidianità, che hanno deciso con grande coraggio di raccontare ciò che subiscono e di farlo vedere a tutti con la finalità di sensibilizzare, di far capire quanta sofferenza ci sia dietro a tutte queste prevaricazioni, per non sottovalutare mai nessun tipo di comportamento di esclusione.

Non è un programma nato per attaccare, colpevolizzare o per fare una sorta di “caccia al bullo”, ma per fornire gli strumenti per attivare una riflessione costruttiva sul problema. Un format utilizzato per far emergere per poi elaborare, portare ad un cambiamento, dove possibile, cercando sempre di ristabilire un clima di comprensione, tale da migliorare le relazioni con i compagni e ricreare integrazione o comunque, sincerarsi che gli episodi di bullismo non accadano più.

Un programma studiato in tutte le sue parti, che è entrato nella vita e nelle case di coloro che subiscono bullismo, per far vedere la quotidianità di questi ragazzi e di queste famiglie. Una squadra che si è mossa con il massimo rispetto dei tempi e dell’emotività dei protagonisti delle 4 differenti storie di bullismo trattate, con l’ausilio anche di uno psicologo esperto di queste problematiche.

Un presentatore come Pablo Trincia che, nella sua delicatezza e sensibilità, è riuscito a far emergere tutte le sfaccettature del fenomeno, a tirar fuori i vissuti emotivi, confrontandosi con estrema umanità con genitori e figli, presidi e insegnanti.

Mai più bullismo è un Social Coach che ha quindi una finalità sociale per cercare di:

– Creare un clima diverso nella classe coinvolta, dopo aver fatto comprendere a fondo il problema ai ragazzi, tentando di arrivare ad una soluzione, coinvolgendo anche le famiglie e, possibilmente, anche il corpo docente.
– Essere uno spunto di riflessione per parlare e discutere di questi problemi, anche dentro le mura domestiche, per ascoltare i figli con un’altra attenzione, senza allarmismi, ma senza sottovalutare nessun vissuto emotivo e situazione raccontata da loro.
– Aiutare a comprendere cosa sia realmente il bullismo nelle sue sfaccettature attraverso appunto l’ausilio di 4 differenti storie perché troppo spesso si ha un’idea distorta di questi comportamenti, si pensa si tratti solo di episodi gravi e macroscopici in cui un ragazzo viene picchiato, accerchiato, messo al muro, oppure filmato in situazioni di sottomissione, che portano anche al suicidio. Non è così, il vero dramma del bullismo è la quotidianità, sono i piccoli episodi giornalieri di derisione, esclusione, prevaricazione che giorno dopo giorno, logorano la psiche e affievoliscono la luce della vitalità.
– Sottolineare il fondamentale ruolo della scuola e soprattutto, della sinergia tra l’istituzione scolastica e famiglia, per essere efficaci nell’intervento contro il bullismo.

Creare un dibattito attivo e vedere il problema da un altro punto di vista, significa avere una maggiore consapevolezza di ciò che accade in troppe scuole italiane, fondamentale per riuscire a prevenire e, in caso, ad intervenire tempestivamente nella piena tutela delle povere vittime.

 

Fonte: adolescenza.it